LA GIORNATA DEI CALZINI SPAIATI: educare alla diversità

 

L’ IC Marco Polo ha aderito con entusiasmo alla giornata dedicata ai “calzini spaiati”, tenutasi venerdì 5 febbraio, un’occasione per parlare di diversità, amicizia e rispetto e soprattutto per farne oggetto di riflessione su questi valori, a partire sin dalla scuola dell’infanzia.

Dietro alle belle foto colorate di tanti piedini che suscitano tenerezza c’è molto di più: un processo umano di coltivazione di sé che si svolge insieme agli altri. Vivere la scuola, entrare in società, per un bambino significa poter diventare consapevole delle proprie caratteristiche e della propria unicità partendo dal confronto con gli altri, perché: “la nostra ricchezza è fatta dalla nostra diversità: l’altro ci è prezioso nella misura in cui ci è diverso” (Jacquard).

Così abbiamo scelto di cogliere questa occasione e di trasformarla in un percorso educativo-didattico che non si limita ad un solo giorno ma che getta semi per la costruzione della personalità dei più piccini.

Le insegnanti di ogni sezione della scuola dell’infanzia hanno scelto un racconto a partire dall’ascolto delle dinamiche del loro gruppo e utilizzando lo straordinario potenziale analogico che la narrazione ha sui bambini, hanno iniziato a riflettere e discutere con loro.  Racconti come : “Il pentolino di Antonino”, “Nel paese delle pulcette”, “Orecchie di farfalla”, “Il puzzle infinito”, sono diventate immagini culturali che i bambini hanno elaborato attraverso attività di drammatizzazione, di rappresentazione grafica e di verbalizzazione.

Lavorare sulla diversità implica poter guardare la propria unicità e poterla raccontare in luogo in cui ci si sente sicuri, in cui si è liberi di poter essere ciò che si è. Ecco allora che dalle frasi iniziali che partivano dall’espressione di diversità fisiche “Sono biondo”, “Ho i capelli con il ciuffo”, “Sono cicciottello”, si è arrivati a riflettere anche su cosa accade dentro di noi: “Io quando mi arrabbio mi chiudo nella mia bolla e poi non parlo e sto in silenzio”, “Io quando non so fare una cosa ho paura e mi sento agitato e a volte non riesco a chiedere aiuto e mi blocco”, “i miei pensieri sono molto forti a volte e mi agito dentro perché non riesco a dirli”.

 

Sono emerse dai bambini frasi come: “Io non voglio bene solo agli altri, ma voglio bene anche al mio corpo”, che forse rappresenta una delle più complesse conquiste della società contemporanea che investe tempo e denaro in corsi di meditazione: amare il proprio corpo, trattarlo come un tempio, riconoscere la bellezza in ciascuno. 

Il nostro Istituto lavora ogni giorno sulla tematica della diversità, perché accettare la diversità, trasformarla in un ponte che ci mette comunque in relazione con gli altri, è uno degli obiettivi educativi più importanti, sul quale si gioca la maturazione umana e civica dei nostri bambini.

 

I calzini spaiati sono un gesto semplice, ma fortemente simbolico, ed è da questo gesto che un bambino si è discostato dicendo: “Io non voglio mettere i calzini spaiati perché non mi piace avere le calze diverse”, ed è lui, quel bambino che diverge, che riesce a esprimere la sua difficoltà, il suo disagio, che a livello educativo ci fa interrogare su alcuni bisogni della mente dei bambini: la regolarità, il bisogno di ordine, la sicurezza visiva di due calzini uguali. E’ quel bambino che ci fa chiedere davvero se nel giorno della diversità accettiamo chi non vuole omologarsi, chi sceglie di essere diverso, perché resta nel consueto. E’ lui, il calzino spaiato di chi educa, che con parole semplici e dirette ci ha detto che: “Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi” (Hughes).